Grazie, amico ladro che per derubarmi stamane hai rotto il vetro piccolo della mia Clio per farmi meno danno.

Il tuo garbo, la tua cura mi hanno commosso.

Nella consueta ispezione del mio abitacolo in cerca di oggetti da sottrarmi, poi, la tua sensibilità è stata ammirevole: constatando la presenza di una banalissima autoradio a CD del 2006 hai preferito lasciarmela perché fuori mercato nei circuiti della ricettazione. 

Hai altresì aperto il mio vano portaoggetti, comme d'habitude, e ravanato molto per trarne qualcosa da spuffereffarti, ma non trovando che cartacce e kleenex hai rimesso tutto come era prima richiudendo.

Infine, amico ladro, una volta in auto mi hai fatto il regalo più grande, decidendo di non rubare l'intero veicolo, magari sull'onda emotiva del mancato bottino hifi.

Sento di volerti un po' bene, financo. Non ti conosco di persona, ma la nostra relazione è stata chiara e civile: volevi rubare, mi hai visto non ricco e hai rinunziato. Sei molto più onesto, e lo dico senza retorica, dei nostri governanti che ci soffocano anche quando siamo in difficoltà.

Al cospetto di tali criminali tu mi appari come un giglio immacolato che di virtù risplende: io ti perdono! 

Ps Ovviamente se dovessi coglierti nell'atto stesso di infrangere il mio vetrino con un pezzetto di candela, amico ladro, tu dovrai iniziare a correre attraverso terra per mille e mille leghe, e probabilmente arriverei a frangere diverse ossa dislocate in così tanti punti del tuo corpo.

Lo hai messo in conto, credo, che in Italia la guerra la fanno solo i poveri, e tra di loro.

Fonte Gianluca Riccio