Approfondimenti
Ecco cosa avviene dopo la morte.
Autore : Admin5 17/08/2014 14:43:37
Avete mai sentito parlare di esperienze pre-morte? Si tratta di esperienze descritte da persone che avevano ripreso le funzioni vitali dopo aver sperimentato, a causa di gravi malattie o eventi traumatici, le condizioni di arresto cardiocircolatorio e respiratorio. I soggetti reduci da tali fenomeni, una volta tornati in vita, hanno raccontato di aver vissuto esperienze le quali, confrontate tra loro, risulterebbero sempre connotate da numerosi elementi comuni ovvero:
Poiché i racconti dei soggetti rianimati e dei soggetti risvegliatisi dal coma costituiscono un corpus di testimonianze che ha alcune caratteristiche apparentemente omogenee, alcuni studiosi si sono interessati a tali fenomeni. In particolare Sam Parnia, medico statunitense, primario del reparto di terapia intensiva e direttore del Reparto di Ricerca sulla Rianimazione presso una scuola di medicina di New York, dal 2008 si è fatto promotore del progetto “AWARE”. Il progetto prevede una collaborazione internazionale tra scienziati, personale medico ed infermieristico che si occupa di pazienti che sopravvivono ad un arresto cardiaco e che riportano una esperienza pre-morte. Durante questo studio Parnia è arrivato ad affermare: “Ho deciso di studiare quei pazienti che dicono di aver vissuto strane esperienze mentre si trovavano in arresto cardiaco. Ho scoperto che capita ad uno su 10. Se guardiamo alla letteratura medica, è evidente che pochi secondi dopo l’arresto cardiaco, si ferma il flusso sanguigno. E senza sangue, non c’è attività cerebrale. L’encefalogramma è piatto. Eppure non solo il mio studio, ma anche altri quattro, dimostrano che i pazienti hanno comunque ricordi e memorie. La gente tende ad interpretare quello che vede in base alla propria cultura. Un hindu descrive una divinità, un cristiano parla di Cristo, un ateo lo chiama semplicemente entità. Ma vedono la stessa cosa, anche se la spiegano in modo diverso. E ciò ci dice che esiste un’ unica esperienza che tutti gli esseri umani provano durante la morte. È universale, la descrivono anche i bimbi di 3 anni. E ci dice che non dobbiamo avere paura della morte.”
Il medico è così giunto ad una teoria che va in netto contrasto con quelle sostenute dalla maggior parte dei suoi colleghi. “Ci vuole davvero molta fantasia a credere che, in assenza di flusso sanguigno e di attività elettrica, comunque una qualche area nascosta del cervello entri in azione. In realtà, viene messo in discussione il modo corrente di intendere l’interazione tra cervello e mente. L’idea storica è che il processo elettrochimico produca la coscienza. Potrebbe non essere più corretto, perchè possiamo dimostrare che quel processo non continua dopo la morte. Allora o c’è qualcosa nel cervello che non abbiamo ancora scoperto e che ha a che fare con la coscienza, oppure è possibile che la coscienza sia un’entità separata rispetto al cervello.” |
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